lunedì 14 gennaio 2008

Anno nuovo, vita nuova (?)

E allora si riparte, dopo una sosta che ha dell'incomprensibile per quanto è durata. Non saranno davvero i nuovi gladiatori che devono far divertire la plebe, questi calciatori moderni, ma visto che per lavoro giocano a pallone e a 25 anni potrebbero campare di rendita per il resto della loro vita, forse sarebbe stato più onesto tornare a giocare prima. Vabbè.
Veniamo alle note giallorosse. Partita bruttina, quella di Bergamo; non so perché, ma accade spesso che contro l'Atalanta la Roma debba soffrire. Sarà l'aria invernale della Pianura Padana, chissà.
Al primo gol dei bergamaschi, la Roma ha reagito piuttosto bene. Totti finalmente riesce a segnare su punizione con una botta dal limite e Mancini realizza il suo secondo gol più bello di sempre, dopo l'ormai celeberrima rete al Lione che gli ha fatto ottenere svariati punti.
Con il Capitano ho una sfida solitaria e personale: a volte non gli risparmio critiche, lo do per arrivato, e puntualmente mi smentisce. Ieri non è stata una partita memorabile, per lui. Eppure gli ho visto fare i movimenti classici del centravanti forse per la prima volta. Anche questo suo aspettare la palla o cercare lo spazio in area mi è sembrato più "vero" rispetto al passato. E lo stesso vale per le punizioni; pensavo giusto due giorni fa alla sua media-gol su calcio piazzato, che onestamente è piuttosto bassa. E ha segnato. Non sono scaramantico ma cose simili succedono spesso.
Per Mancini è un po' la stessa storia; proprio quando nessuno crede più in lui e qualcuno prega perché se ne vada prima possibile, ti fa un gol non solo bello ma anche importante. Questa, poi, è stata la sua settimana di passione: dichiarazioni di Spalletti, controdichiarazioni dell'interessato in una specie di outing che puzza un po' di forzatura societaria, contro-controdichiarazioni di Spalletti che lo stima più che mai. Ciliegina sulla torta di Rosella Sensi, che oggi afferma la piena volontà della Roma di tenerlo aggiungendo, però, che per un matrimonio bisogna essere in due. Sostanzialmente non si sa ancora nulla. Le mie impressioni sono molto placide: Mancini alla Roma può anche rimanere, ma se gli offrono qualche spicciolo in più è pronto a fare le valigie e a partire. Senza dimenticare che il suo procuratore è il buon Gilmar Veloz, ovvero lo stesso di Emerson (una carogna, insomma). Alla fine allora andrà via, è questo quello che tutti ci aspettiamo. Mi domando quando, come e dove sarà.
Degli altri è inutile parlare, tornando alla gara di Bergamo è stata talmente insulsa che o si meritano tutti 6 o si evitano commenti. Opto per la seconda soluzione.
Quindi Mancini si mette in vetrina per la Roma e/o per i nuovi acquirenti, iniziando bene l'anno nuovo.
Fuori programma inizia benissimo l'anno nuovo anche per altri due calciatori brasiliani non giallorossi, e mi riferisco a Ronaldo e Pato. Il primo aveva dato evidenti segni di decomposizione, tra capelli e pinguedine stile AlbertOne. Ieri è risorto, ottima prestazione e doppietta. A me è sempre piaciuto, è chiaro che oggi gli preferirei almeno altri dieci centravanti. Però attenzione a dire che non vale niente, "El Gordo".
Su Pato, ho poco da scrivere. Poco perché sospettavo che il Milan non avrebbe rischiato inutilmente un'attesa tanto lunga per un ragazzino senza qualità. Infatti ieri sera ha giocato egregiamente, coronando una partita semiperfetta con un gol che non era affatto facile. O meglio, era facile ma lui lo ha realizzato nel modo migliore: stop a seguire con finta e scarto del difensore, per finire in anticipo sul portiere. Mi ha sorpreso molto il suo modo di muoversi, agilissimo e sciolto. Si dirà che anche Oliveira l'anno scorso segnò alla sua "prima", ma Oliveira non aveva 18 anni, non aveva la personalità che ha questo ragazzo e non si muoveva così bene. Applausi. Anche alla società e ad Ancelotti, sponsor del brasilianino in tempi non sospetti.
Vita nuova anche per i regolamenti, che impongono l'ormai famigerato "terzo tempo" (ma perché si continua a sbagliare?) alla fine delle gare. A dire il vero, mi è parso di assistere ad una pupazzata improvvisata e plateale, molto italiana. Invece dell'ingresso degli spogliatoi, si è scelto di fare tutto al centro del campo, con gente incazzatissima che andava a stringere controvoglia le mani della terna arbitrale e degli avversari. Ma fin qui tutto potrebbe essere normale, specie se l'incazzato è colui che ha perso. La cosa più assurda sta nel fatto che in ogni stadio il gesto è stato accolto dai fischi assordanti delle tifoserie. Siamo agli inizi, questo è vero. Ma è altrettanto vero che non educhi un tifoso, che non è un automa ma una persona che vive un momento di particolare emozione e tensione, con uno spettacolino da asilo. I calciatori si sono sempre scambiati le maglie a fine partita, ma in fondo chi ci ha mai fatto caso? Portare questa scenetta pseudoedificante al centro esatto del campo mi sembra esagerato e fondamentalmente ipocrita. Di questo passo si potrebbe mettere su un altare mobile, con tanto di prete che distribuisce la comunione ai giocatori che fino a un minuto prima hanno tirato giù le peggio madonne.
Forse il pubblico apprezzerebbe di più, perlomeno gli verrebbero i sensi di colpa.

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