martedì 22 gennaio 2008

Le facce e il culo

Le facce: Gussoni, Collina, Gervasoni, Matarrese, gli interisti che parlano e quelli in silenzio stampa, la Gazzetta dello Sport.
Il culo: unico e grande, per tutti i soggetti sopracitati.

Cesare Gussoni, un giovanotto nostrano di soli 74 anni che presiede l'AIA, Associazione Italiana Arbitri, dice che lui avrebbe fischiato il rigore a favore dell'Inter perché il fallo di mano di Couto c'era. Cesare Gussoni, a 74 anni probabilmente avrebbe fischiato davvero perché è rincoglionito: infatti il regolamento parla espressamente di involontarietà nel caso in cui la palla viene deviata fortuitamente sulla mano del giocatore. Quindi abbiamo uno che dirige l'associazione degli arbitri e non sa arbitrare, nemmeno in teoria, ma si lancia in dichiarazioni di intenti. Per fortuna che è anche il vicepresidente della Federcalcio.

Pierluigi Collina, l'ex arbitro più bravo del mondo, l'uomo forte, retto ed onesto, uno dei pochissimi che non aveva mai guardato in faccia nessuno, Triade juventina compresa, oggi fa il designatore arbitrale. All'inizio della stagione aveva dato direttive precise, con tanto di relazioni settimanali. Pare che avesse ribadito e sottolineato i casi da rigore, specificando che l'unico caso di involontarietà riguarda il fallo di mano perché la palla potrebbe sbattere contro la mano senza che la mano vada incontro alla palla. In questi giorni il suo piglio autoritario è stato sepolto da un silenzio imbarazzante, che lo ha reso piccolo piccolo. Probabilmente punirà Gervasoni, un ragazzetto 32enne mandato in pasto alle fiere in una partita di posticipo serale; niente da dire, la responsabilità è la sua arma migliore.

Andrea Gervasoni, arbitro, 32 anni, della sezione di Mantova. Vittima sacrificale. Paga per i suoi errori, ottimamente suggeriti dal guardalinee Flaviano Lanciano della sezione di Bari. Per il resto vedi sopra.

Antonio Matarrese, 68 anni, presidente della Lega Calcio. Colui che ha detto queste frasi in un solo discorso: "E' stata una giornata come le altre", "Fare una crociata contro gli arbitri è un errore", "Il designatore ha le spalle larghe", "Querelerò chi sporca il calcio italiano". Potrebbe rischiare seriamente di querelarsi da solo, insomma, ma da bravo uomo di potere alla volemose bene non potrebbe mai e poi mai ammettere i suoi sbagli e le sue eventuali mancanze. E' stato richiamato dopo 19 anni di assenza dalla sua poltrona preferita alla guida della Lega Calcio, perché il periodo in cui la Juve rubava è ormai finito e si avvertiva il pressante bisogno di rinnovare e ripulire il pallone nostrano. La sua carriera: presidente della Lega Calcio dal 1982 al 1987, presidente della Federcalcio dal 1987 al 1996, membro del comitato organizzatore di Italia 90, vicepresidente della FIFA dal 1994 al 2002, vicepresidente della UEFA dal 1992 al 2002. Fuori dal calcio, lo si ricorda per la costruzione del complesso Punta Perotti, ecomostro non a norma abbattuto nel 2006. Il pressante bisogno di rinnovare e ripulire. Già.

Gli interisti che parlano sono tantissimi, difficili da inquadrare perché partono da Bolzano ed arrivano a Lampedusa, provenienti dalle più svariate classi sociali e fasce d'età. Ex vittime arrabbiate per i furti subiti negli anni della Juve triadica, diventati improvvisamente gli unici alfieri dell'onestà sportiva italica, dopo uno scudetto assegnato loro a tavolino ed uno vinto in un campionato in cui partecipava solo l'Inter, hanno cominciato a vantarsi per i soldi posseduti dal presidente Massimo Moratti gettando discredito su chiunque a parte i laziali, per varie ragioni che vanno da una malintesa fratellanza a una sorta di feudalesimo del terzo millennio. Dopo Parma-Inter pare che abbiano sostenuto l'impossibile, con un'argomentazione scaltra: l'insulto diretto verso chiunque osasse discutere il metodo delle loro vittorie. In particolare si sono scagliati contro gli juventini, che ora ridono nemmeno troppo di nascosto e si prendono una rivincita sognata per un anno intero.

Gli interisti in silenzio stampa sono quelli che dovrebbero parlare, invece, ma per uno stranissimo teorema tutto interno a Via Durini si sentono accerchiati da congiure di palazzo, cospirazioni e complotti. Il loro martirio è dovuto al fatto che sono primi incontrastati in classifica e ricevono ogni tanto un aiuto dagli arbitri. Qualcuno ha detto "Pensa un po' se eravamo ultimi che cazzo facevamo", sembra non senza una certa soddisfazione in puro stile Ibrahimovic, colui che dopo aver segnato il rigore inesistente ha dato un pizzicotto al 21enne Dessena, sentendosi incredibilmente furbo. Per mettere a tacere sospetti e polemiche, Moratti e Mancini hanno intenzione di acquistare Ronaldinho, una tipica mossa da interisti che a prima vista voi normali non capirete.

La Gazzetta dello Sport è un giornale rosa, e questo già dice molto. E' molto letto da gente che si finge di Milano, tant'è che la sua firma di punta è il siciliano filomeneghino Candido Cannavò. Dopo Parma-Inter la Gazzetta ha deciso di toccare un tema scottante del calcio italiano, quello dei tre catanesi accoltellati al culo ad un chilometro dallo stadio Olimpico di Roma.

Nessun commento: