Brivido europeo per la Roma, che vince 2-1 contro uno Sporting Lisbona arcigno e tenace.
Episodio cardine: Totti si infortuna al 29° mentre calcia una punizione, scontro con Liedson che è troppo vicino alla palla e va addosso al capitano colpendo in pieno la sua caviglia destra. Totti fuori, Liedson che segna il momentaneo pareggio lusitano. Così è la vita.
Al posto del numero 10 entra Mirko Vucinic, uno che ormai è guardato con un misto di ansia e sospetto dai tifosi. E tutto ruota intorno a questa sostituzione, anzi a quello scontro.
Dopo il colpo di testa di Juan, che giganteggia tranquillo per tutta la gara ed anticipa gli attaccanti di testa, di piede, di tacco, in scivolata e in rovesciata, come detto i portoghesi pareggiano. Dal gol del difensore brasiliano sono passati solo tre minuti e si ha l'impressione che si stia ripetendo Roma-Napoli.
All'inizio della ripresa, proprio Vucinic va a rimediare un rigore bello pulito. Totti non c'è, calcia Mancini. Amantino va sul dischetto, calcia male, si fa parare il tiro e sulla ribattuta del portiere Tiago molla a quest'ultimo un calcione netto in testa. Coronamento di una serata che dire disastrosa è pochissimo. Quando esce, l'Olimpico si unisce e lo fischia sonoramente. Sembra che, fortunatamente per lui, l'abbia presa bene (ma perché? Niente niente dovesse andarsene sul serio?).
La gara scorre combattuta, lo Sporting è una squadra rocciosa, non ti concede niente, se la gioca a viso aperto.
Quando pensavo che ormai il pareggio fosse l'unico risultato possibile, ti sbuca il Principe di Niksic da dietro le quinte, si fa una sgroppata sulla sinistra, entra in area, dribbla un difensore a rientrare e piazza un pallone precisissimo sul secondo palo: rete, due a uno.
Un gol pregevole, tecnica e forza, un po' di culo che non guasta mai e speriamo tutti vivamente che sia un inizio per Mirko, che aveva dato segno di non essere più un calciatore ma che stasera ha veramente fatto tanto. Sarà perché ha giocato da unica punta centrale? Credo di sì. Ma Spalletti ne saprà più di me.
Probabilmente il montenegrino rigiocherà da punta domenica contro il Milan.
Milan che ieri ha mostrato la sua faccia migliore, vincendo e dominando contro lo Shaktar Donetsk a San Siro: 4-1 secco e poteva anche starci qualcos'altro. Solito sontuoso Kakà, Seedorf che fa una doppietta da maestro e Gilardino che rinasce.
Così come rinasce, senza smentirsi mai, Carlo Ancelotti. L'allenatore che sembra sempre in crisi nera, che oggi stravince e domani viene criticato. Ancelotti, la forza e la calma.
Ho già scritto qualcosa su Ancelotti, quindi evito di ripetermi.
Però quest'anno ha fatto due bei regali ai romanisti. Alla festa per gli 80 anni della Roma si è presentato senza se e senza ma, spostando addirittura gli allenamenti del Milan. In testa ho tante parole, le uso tutte: rispetto, amore, affetto profondo, riconoscenza, serietà, sentimento, responsabilità, grandezza d'animo. Non so quale sia la più giusta, ma di sicuro tutte sono vere.
Oggi Carletto ha parlato di Milan-Roma, e si è lasciato sfuggire qualche frase che fa piacere ad un tifoso romanista. "La Roma è l'unica squadra dove potrei andare". Verrà mai? Non lo so, non mi importa. Mi bastano certi gesti e certe parole, e i sentimenti che si portano dentro.
P.S. Non c'entra niente, ma chissà se ieri l'efficace Longhi ha visto il Real Madrid. Robinho segna due gol, ed entrambe le volte esulta col pollice in bocca. Stucchevole e ripetitivo?
giovedì 25 ottobre 2007
Il passato non si dimentica
Gol segnato da numerodieci alle 21:06:00
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