lunedì 25 giugno 2007

Aggiornamenti #4

David Marcelo Pizarro è un giocatore della Roma; la seconda metà è costata 5,75 milioni di euro e di Chivu non si è parlato (ufficialmente).

Ufficiosamente, attorno al romeno sta accadendo di tutto: sembra che il Barcellona abbia fatto un'offerta impossibile da rifiutare: 12 milioni cash più Ludovic Giuly. La Roma aveva chiesto 18 milioni tondi tondi senza sconti. I dirigenti blaugrana entro metà settimana dovrebbero decidersi e quelli romanisti pure. Nel frattempo, il solito Massimo Moratti ha fatto dei numeri da circo, cosa che ormai gli riesce con una certa scioltezza: "Chivu ci interessa molto", "Non lo abbiamo mai trattato", "Non è così fondamentale". Pare che il ragazzo col ciuffo, Roberto Mancini, abbia telefonato ieri a Chivu e che alla Roma si siano leggermente incazzati minacciando interventi nelle sedi appropriate. E poi stasera, Chivu e il suo procuratore Viktor Becali (il quale pare abbia ricevuto proposte allettanti da Moratti riguardo incarichi in Romania per la Pirelli RE) erano a Milano per parlare con la dirigenza nerazzurra che punta ad offrire 12 milioni tondi tondi e senza aggiunte. Domani dovremmo saperne qualcosa di più. Mercoledì dovremmo sapere definitivamente tutto.
Ho sempre avuto una simpatia sfrenata per il Barcellona, ma a questo punto faccio anche il tifo, se non altro per l'atteggiamento dell'Inter che insiste nel voler contattare ad ogni costo prima il giocatore e poi la società con offerte al di sotto della richiesta. Capisco che la volontà del calciatore sia determinante e quindi Moratti vuole mettersi in una posizione di forza, ma ci hanno talmente rotto i coglioni con questa storia degli onesti che adesso fanno quello che gli pare e piace senza pudore. O sono scorretti oppure sono stupidi, non c'è alternativa.

Il resto è una chiacchiera. Inizia un'altra settimana e un altro giro di giostra.

mercoledì 20 giugno 2007

Aggiornamenti #3

Sembra fatta.
Chivu all'Inter per 12 milioni e Pizarro alla Roma per 6. Nel totale, la Roma chiude in pareggio e forse ci ha perso una mezza milionata. Restando a questa sessione di mercato, Juan (che doveva firmare martedì ma non ha firmato) costerebbe alla Roma sempre 6 milioni. Questo vuol dire che la Roma ha fatto tante chiacchiere e non ha monetizzato. In un mercato in cui l'Udinese chiede 15 milioni per Felipe, il duo Rosella Sensi-Pradè non ottiene un euro per il capitano di una nazionale europea che anni prima aveva pagato 18 milioni. Bravissimi.

Juan arriva dal Bayer Leverkusen al prezzo onesto di 6,3 milioni e con un contratto di 3,1 milioni (lordi) per 4 anni.

Nel frattempo si registra un ritorno di fiamma per Esposito del Cagliari, reduce da un gravissimo infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi quest'anno.

Sia Vucinic sia Cassetti sono stati riscattati. Comotto invece no: il Torino ha sborsato più di due milioni. E va bene così.
Rettifica:
il Toro avrebbe sborsato poco più di un milione e mezzo (non ho trovato notizie ufficiali). Va bene così lo stesso.

Da alcune piccole vendite e comproprietà dei giovani sparsi per l'Italia, la Roma ha messo insieme un milione e mezzo se non di più.

Niente altro da aggiungere. Ma sono un po' incazzato.

lunedì 18 giugno 2007

Totti-Gold


Vincitori della Scarpa d'Oro dall'introduzione del coefficiente UEFA:

1996/97 Ronaldo (Barcellona) 34 gol
1997/98 Nikos Machlas (Vitesse Arnhem) 34 gol
1998/99 Mario Jardel (Porto) 36 gol
1999/00 Kevin Phillips (Sunderland) 30 gol
2000/01 Henrik Larsson (Celtic Glasgow) 35 gol
2001/02 Mario Jardel (Sporting Lisbona) 42 gol
2002/03 Roy Makaay (Deportivo La Coruna) 29 gol
2003/04 Thierry Henry (Arsenal) 30 gol
2004/05 Thierry Henry (Arsenal) 25 gol / Diego Forlan (Villarreal) 25 gol
2005/06 Luca Toni (Fiorentina) 31 gol

2006/07 Francesco Totti (Roma) 26 gol. 200 ufficiali in carriera.

Aggiornamento #2

Mi piace interessarmi di calciomercato, piace un po' a tutti, credo. Si fantastica, si fanno nomi e contronomi, si gioca con i desideri. Tuttavia non mi piace affatto fare commenti sul mercato, almeno non prima che sia terminato, perché mi sembra una cosa da poveracci. Si rischia di dire e scrivere cose delle quali non si saprà mai la reale versione. Trovo poi odiosi quelli che parlano come se fossero dei dirigenti o peggio ancora i proprietari di una società: "noi vi diamo...", "voi dovete venderci...", "possiamo offrirvi...", "non potete chiederci...". Che disperati. Naturalmente ogni riferimento all'atteggiamento di alcuni sostenitori di una ben nota squadra italiana è puramente casuale. Ma cambiamo argomento in scioltezza, anzi torniamo al calciomercato in base alle notizie che girano.
Ho deciso di mettere per iscritto quello che riguarda la Roma in questo periodo, è più una curiosità che una volontà di tenere il blog aggiornato con qualche chiacchiera da bar. Lo faccio per tenere in nota le voci, i rumors, le puttanate che escono quotidianamente. E per vedere alla fine cosa sarà successo. Ok, pronti partenza via.

Eugenio Corini è andato al Torino con un contratto annuale da 500000 euro. Aveva detto due giorni prima dell'accordo che stava trattando con la Roma.

Rudi Voeller dovrebbe essere oggi a Roma per vendere Juan alla Roma, al costo di 6,4 milioni di euro. La trattativa dovrebbe andare in porto entro domani (martedì 19 giugno).

Dall'Inghilterra fanno sapere che il Liverpool vuole dar via Craig Bellamy. Sul giocatore ci sarebbero Juve e Roma, e Rafa Benitez preferirebbe i giallorossi perché sta pensando ad uno scambio con Mancini. Il costo del cartellino dell'inglese è di circa 17 milioni di euro.

Situazione in stand by per Cristian Chivu. Tra Inter e Roma stallo totale. Si registra un'offerta del Barcellona: 15 milioni più Belletti o Silvinho (secondo alcuni addirittura 18 milioni). I blaugrana sono attualmente in vantaggio sui nerazzurri che hanno fatto diverse offerte; la più alta: 9/10 milioni più metà Pizarro (ma c'è chi parla di 5 milioni più mezzo cileno).

A proposito di Chivu, la Roma si sarebbe interessata a Cruz come eventuale contropartita. Il procuratore del giocatore ha risposto in modo evasivo. L'Inter sembra non aver nemmeno considerato la richiesta.

Per David Marcelo Pizarro si deve decidere prima del 20 giugno, giorno in cui si dovranno risolvere tutte le comproprietà. La metà esatta è 6,5 milioni. La Roma vorrebbe sedersi ad un tavolo per trattare, l'Inter vorrebbe far rientrare tutto nell'affare-Chivu. Si potrebbe andare alle buste.

Claudio Sclosa e Giovanni Sartori sono, rispettivamente, procuratore di Franco Semioli e direttore sportivo del Chievo. Tutti e due continuano a ripetere ogni giorno che sul giocatore ci sono tante società, tra cui la Roma che ha diversi giovani interessanti. Ma a quanto pare le richieste per l'esterno si sprecano anche dall'estero.

Il procuratore di Matteo Ferrari, Gianni Corci, deve incontrarsi in settimana con la dirigenza capitolina per prolungare il contratto del suo assistito. C'è distanza tra le parti ma tutti sono molto ottimisti.

In settimana anche Francesco Modesto dovrebbe diventare un giocatore della Roma per 2,5 milioni più un prestito o una comproprietà (Alvarez?).

Mirko Vucinic, qualunque sia il suo futuro, dovrebbe essere riscattato dalla Roma. Non è per niente sicuro, invece, il riscatto di Marco Cassetti che intanto fa sapere di avere detto no ad un'eventuale ipotesi di trasferimento alla Lazio.

Silvio Pagliari è il simpatico agente di Fabio Quagliarella. Il calciatore è per metà doriano e per metà udinese. Prima del 20 le due società dovrebbero mettersi d'accordo per il cartellino, ma non c'è nulla di certo. Pagliari intervendo meno di una settimana fa a Rete Sport aveva detto che c'era un forte interessamento del Manchester United che avrebbe sborsato 15 milioni (la valutazione di Quagliarella è intorno ai 18 milioni), mentre dalla Roma non aveva ricevuto nessun segnale. Oggi è intervenuto a Teleradiostereo dicendo che l'interessamento del Manchester è ormai cosa vecchia e nemmeno tanto reale, che il suo assistito vorrebbe restare a Genova anche se non gli dispiacerebbe andare a Udine e che tra i vari club che hanno fatto proposte concrete c'è la Roma. Insomma, tutto e il contrario di tutto.

Fine delle trasmissioni.

mercoledì 13 giugno 2007

Aggiornamento

Avevo scritto un post bellissimo e lunghissimo sul mercato e i nomi che si fanno in questi giorni, sull'Inter che ricatta la Roma e non si capisce perché, sulla forza di Faubert lungo la fascia destra e sulla strana differenza che c'è tra il costo del cartellino e l'ingaggio di Quagliarella. Era bellissimo e lunghissimo ma anche inutile e stupido. Per le supposizoni, le cazzate, le false speranze e i vari balletti ci sono i giornali e i siti internet.
Meglio fare solo il punto della situazione. Ad oggi la Roma:
Ha preso lo sconosciutissimo Adrian Pit del Bellinzona a parametro zero.
Ha preso la grande promessa Ahmed Barusso dal Rimini (comproprietà a 2 milioni? Boh?).
Ha forse preso il discreto Modesto (un ossimoro? Comunque il nome è Francesco) dalla Reggina (2 milioni e mezzo più prestiti?).
Ha forse preso il bravo Juan dal Bayer Leverkusen (6,5 milioni?).
E' in trattativa per Eugenio Corini svincolato a parametro zero. Per Julien Faubert del Bordeaux, che costa 7/8 milioni. Per Cicinho del Real Madrid, che non si sa quanto costa. Per Franco Semioli del Chievo, che non si sa quanto costa.
Non tratta Fabio Quagliarella della Sampdoria e dell'Udinese, che costa uno sproposito (18 milioni). Non tratta Mauro German Camoranesi della Juventus, che guadagna più di 3 milioni l'anno.
Probabilmente venderà Chivu all'Inter per un tozzo di pane più mezzo Pizarro.
Mi sembra che ce la stiano raccontando così. Staremo a vedere.

giovedì 7 giugno 2007

Fake Can Be Just As Good

Pausa-cazzeggio con visione.

E alè.

mercoledì 6 giugno 2007

Allons Enfants de la Patrie


Capitolo 2.
Il Presidente della UEFA, Michel Platini, dichiara che se lui fosse stato il c.t. dell'Italia avrebbe detto a Totti: "Vieni in nazionale e stai zitto". Ovviamente immaginiamo tutti la voce tonante di Monsieur Le Roi nonché il cipiglio severo che avrebbe sfoderato nella circostanza.
Ora, che il caso abbia oltrepassato la misura siamo coscienti un po' tutti. Tra pro e contro, pian piano ci stiamo cominciando a rompere le palle di parlare sempre e solo di questo. Se pensate che a stretto giro di posta, in tre giorni consecutivi, sono arrivate dichiarazioni dallo stesso Totti, da Donadoni, da Riva, da Totti ancora più una piccola rettifica e poi nuovamente da Riva, la faccenda assume un aspetto tra il pedante ed il grottesco. Ma in tutto ciò cosa c'entra Platini? E' presidente dell'UEFA, è ovviamente libero di esprimere un parere, eppure come al solito non perde l'occasione di fare un po' di gossip che non ci sta mai male. Nemmeno il tipico sbuffo francese ha potuto risparmiargli l'uscita, che se da una parte aggiunge carne al fuoco dei critici, dall'altra fa il gioco di Francesco Totti e ripropone questioni non risolte sulla moralità del neopresidente trombone.
Già, perché se Platini parla dell'affaire-Totti zittisce chi stupidamente pensa di potersi trovare d'accordo con lui (molti sciocchi farisei dicono "è la prima volta che gli do ragione"). Se anche il presidente della più importante organizzazione calcistica europea mette bocca sulle convocazioni in nazionale del capitano della Roma vuol dire che non stiamo parlando affatto di un giocatore sopravvalutato, di un campione solo dentro il Raccordo Anulare, di un calciatore presuntuoso che non conta niente a livello internazionale. Stiamo pur certi che se Platini si sente in diritto di dare un'opinione simile, Totti rientra tra quei personaggi per i quali vale la pena spendere ben più di un generico elogio. Chi non capisce questo e pensa che Le Roi porti acqua al mulino delle accuse è, senza mezzi termini, un poveraccio.
Un'altra questione riguarda l'onestà dei pareri di Michel Platini. Uno che pur di alzare una coppa col proprio club ha calpestato il sangue e la morte di trentanove persone in Belgio. Uno che è sempre stato legato a doppio filo al potere calcistico, almeno da quando ha smesso di giocare, secondo me dovrebbe stare attento a non impicciarsi dei guai altrui. Perché poi rischia di essere sputtanato dagli eventi, prima o poi. Oggi il transalpino è presidente del calcio europeo, ma ha sempre ricoperto incarichi prestigiosi: allenatore dei bleus dall'88 al '92, vicepresidente della Federcalcio francese, membro esecutivo della FIFA, presidente del comitato per l'organizzazione dei mondiali del 1998. Eppure nessuno lo ha mai sentito occuparsi di fatti spinosi come, che so, Zidane che gioca solo le ultime due partite di qualificazione al mondiale; oppure il tira e molla di Thuram e Makelele che vagamente può essere paragonato a quello che sta accadendo oggi all'Italia e che, se possibile, è anche peggio, visto che lì i giocatori sono stati pregati in ginocchio di ripensare la loro scelta, per aiutare i galletti in vista del mondiale tedesco. Sia Abete sia Donadoni hanno comunque risposto (molto timidamente) a Monsieur, ribattendo con cordialità che dovrebbe farsi gli affari propri.
Ho una impressione, in tutto ciò. Che, fermo restando il problema della convocazione e dell'atteggiamento del bomber giallorosso, si stia sollevando un polverone per non gettare discredito sugli azzurri dopo il mondiale. Parliamoci chiaro, la vittoria a Berlino è stata una grande impresa, nessuno lo nega, ma è stata anche una botta di culo. Non per tornare ai soliti discorsi da romanista, ma contro l'Australia gli azzurri hanno vinto con un rigore che poteva non starci al novantaquattresimo, per non parlare del misero pareggio contro gli USA che li ha obbligati a vincere l'ultima gara nel girone contro la Repubblica Ceca. In finale la Francia ha disputato un secondo tempo da brividi e a tratti ha dato lezioni di calcio agli azzurri, testate a parte. Ora, passata la sbornia berlinese, l'Italia si sta giocando le qualificazioni europee con un tecnico nuovo e inesperto, che non ha un grammo del carisma e del mestiere di Lippi. Non so perché nessuno si è domandato come abbia fatto uno che ha allenato solamente il Livorno in serie A a diventare il commissario tecnico della nazionale campione del mondo. Va bene l'operazione-simpatia dopo Calciopoli 1, ma Donadoni è una scelta incomprensibile, sia per la qualità mediocre dell'allenatore sia per la sua personalità incolore. Comunque, dicevo, finora questa nazionale non ha entusiasmato mai. L'ultima gara, contro le isole Far Oer è stata vinta per il rotto della cuffia. Ricordo che da piccolo mi sorprendeva sempre un po' leggere negli almanacchi Panini di partite tra Inghilterra e San Marino, perché finivano con risultati stratosferici tipo 9-0, se non peggio. Per questi piccoli paesi il calcio è uno sport di poco conto, è chiaro che partecipano ai tornei giusto per fare presenza. Ebbene, l'Italia di Donadoni è riuscita a sfatare la tradizione vincendo 2-1 a fatica. Non sono tanto i due gol che lasciano a bocca aperta, quanto quello preso. E' ovvio che c'è un problema quando ti stai qualificando per un europeo (da campione del mondo, ricordiamolo) e punti tutto sulla gara contro la Lituania. Una gara che probabilmente vincerai ma con il fiatone e l'incertezza. Pochissimi sembrano essersi accorti di questa anomalia, di questa difficoltà evidente e imbarazzante. La nuova ondata di patriottismo d'accatto si è riversata su e contro Totti, reo di essere inutile quando gioca e dannoso quando non gioca. Perché quando gioca è il calciatore a non rendere, mentre quando non gioca è l'uomo ad essere discutibile (e questo è l'aspetto peggiore della vicenda italica: con quale stolta presunzione ci si permette di giudicare il Totti-uomo per una cazzata simile?). Quindi evitiamo l'argomento delle Far Oer, tanto la maggior parte degli italici alfieri non sa neanche dove si trovano questi isolotti.
Insomma, come la metti la metti, Totti ha una colpa incancellabile e quando parli della maglia azzurra non puoi non citare lui e le sue scelte. Da qualche parte ho letto un paio di individui che riabilitavano addirittura il mitico faccia di bronzo Byron Moreno, visto che Totti contro la Corea "si era fatto espellere". Mi sembra assurdo, lo trovo inconcepibile. Però succede. Conclusione: gli italiani, brava gente, sono idealmente andati a braccetto con Platini. In fondo c'è coerenza, in un paese dove tutti sono patrioti e nessuno è razzista ma ci si odia da Nord a Sud, tra città, tra quartieri, tra pianerottoli. C'è coerenza, perché nonostante monsieur Platini sia inviso a moltissime persone 364 giorni all'anno per la sua notoria strafottenza, ieri ha usato il giorno buono per puntare il dito verso Francesco Totti e allora "bisogna dargli ragione". Bene così.
Non c'è niente di meglio che ammirare questo baraccone informe da cui si levano braccia che agitano gagliardetti in onore del patrio suolo mentre le gambe ballano, per non affondare nel vomito di cattiveria e malafede. Bene così.