A quelli di Violanews dev'essere preso un colpo, il 23 luglio. Dopo l'articolo in cui pretendevano chiarimenti in merito alla disponibilità finanziaria della Roma, mi sa che hanno sudato freddo di fronte all'offerta ufficiale per Adrian Mutu. Come ha osato, la società giallorossa? E senza rendergliene conto. Incredibile.
Non si è capito granché della questione, ma i fatti sembrerebbero essersi svolti in questo modo:
- Daniele Pradè contatta Pantaleo Corvino in merito ad una possibile cessione del romeno.
- Corvino dà il suo benestare, chiedendo una cifra intorno ai 20 milioni di euro.
- L'AS Roma formula l'offerta ufficiale, tra i 18 e i 20 milioni. Al giocatore andrebbe un ingaggio di 3,2 milioni netti l'anno.
- Corvino ammette pubblicamente che l'offerta è da tenere in considerazione, aggiungendo che i giocatori di 30 anni a certe cifre possono essere venduti e che Mutu non è rimasto soddisfatto del ritocco al contratto presentatogli dai viola.
- La Roma pubblica un comunicato ufficiale con cui dirama la notizia della trattativa avviata.
- Le azioni schizzano, il titolo AS Roma viene sospeso per eccesso di rialzo. 24 milioni di euro in un solo giorno.
- Si attende l'ufficialità dell'acquisto. Adrian Mutu, in mattinata, non si presenta all'allenamento perché "ha la febbre". Arriverà con un certo ritardo, miracolosamente guarito.
- Cesare Prandelli ha un colloquio col giocatore.
- Andrea Della Valle, in serata, gela tutti con una comunicazione stringatissima e secca: "Adrian Mutu è e resta della Fiorentina".
Il resto è chiacchiera, la giornata ha prodotto quest'altalena di sensazioni, dalla sorpresa alla certezza fino al colpo di scena finale.
I tifosi hanno reagito nei modi più normali. I romanisti scatenati e felici, i viola delusi e incazzati, specie verso il giocatore. A sera tutto si è capovolto, tranne che per qualche particolare.
Sarebbe molto bello fare un parallelo tra le due tifoserie, che hanno vissuto intensamente un caldo giorno d'estate fra gioie e dolori. Un classico del mercato d'altri tempi, sembrerebbe. E forse è così, effettivamente.
Tuttavia quel che si spiega poco, a parte l'intera vicenda, è l'atteggiamento tenuto dalla maggior parte dei fiorentini. Quando Mutu si è presentato sul campo dopo avere smaltito il fantomatico attacco febbrile, sono apparsi striscioni e si sono sentiti cori pesanti. Dal sempre attuale "mercenario" (perché, un calciatore lavora gratis?) fino a "zingaro".
Fin qui sarebbe tutto normale, quando un tuo beniamino è pronto ad andarsene senza dire una parola la rabbia la fa da padrona. Ci sta, lui prende vagonate di milioni, tu invece hai fatto sacrifici per applaudirlo e ti lascia in un modo così brutto? Non si fa, scatta la sindrome da amante tradito ed è più che giustificata.
Il bello è venuto il giorno dopo. All'allenamento, infatti, Mutu ci è andato regolarmente. E' anche sceso in campo per primo insieme al mister, di sicuro per mostrare la sua buona volontà. E lì che è successo? Sono partiti cori d'affetto, battimani fragorosi e tanto, tanto amore. Il romeno ha pure ringraziato con un inchino.
Probabilmente sarebbe accaduto dovunque, ma a Firenze 'ste cose hanno un sapore particolare.
E' vero che più fai il duro e puro, e più sei frustrato e pronto a chinare la testa, c'è poco da fare, è sempre successo e sempre succederà. E appunto, i fiorentini sono esattamente così. Il giorno prima lo avrebbero impiccato, il giorno dopo lo hanno coccolato. Ma Mutu non ha cambiato idea. Resta perché ha un contratto ed è vincolato. Perché l'anno prossimo se vuole se ne va con l'articolo 17 della Fifa. Perché ha chiesto un prolungamento di 5 anni ancora e chissà, magari è stato accontentato: prenderà un po' meno rispetto alla Roma, ma ha un anno in più garantito.
E' questa la vera notizia, altroché i dietrofront di Della Valle. E' la cecità e la stupidità dei tifosi viola, che ancora una volta hanno perso un'occasione per fare una figura decente. Oltretutto è scoppiato un livore assurdo nei confronti dei romanisti. Accanto ai leciti sfottò sono comparsi, specie in rete, insulti molto pesanti e sfoghi maligni.
Ok, lo ripeto per la cinquecentesima volta: fiorentini e romanisti non si sopportano molto, e in rete scrivono proprio le masse di ragazzini e imbecilli che si trincerano dietro l'anonimato. Questo è assodato. Ma possibile che nessun tifoso viola abbia onestamente pensato che è nel pieno diritto degli altri essere contenti per l'arrivo di un buon calciatore, sia che provenga dalla Fiorentina sia che provenga dal Lumezzane? No, non ci arrivano. La maggior parte ha parlato di scippo.
Ma uno scippo è quando ti comporti male, quando ad esempio compri una società o i suoi giocatori a due lire solo perché c'è un fallimento di mezzo... In pratica uno scippo è un po' quello che ha fatto Della Valle nel dopo-Cecchi Gori, ecco.
E invece no. Della Valle è un eroe, la Roma una società piena di debiti (ancora!) che fa le rapine e specula in Borsa, Mutu uno stronzo "ma anche" un idolo, Corvino un incapace che poi diventa un abile stratega, Prandelli un vero tifoso viola e i romanisti dei poveri illusi.
Ma un momento.
Della Valle è un eroe? Della Valle, stavolta Andrea ma con la complicità dell'eminenza grigia Diego, si è fatto i cazzi suoi durante tutta una giornata, mentre una società, con cui stava trattando il suo uomo di fiducia, saliva sulle montagne russe della Borsa con un annuncio formale. Ha atteso la sera, tranquillo e pacioso, col fresco e un po' di venticello per mettersi il maglioncino sulle spalle. Non so bene come funzionino queste cose, di certo un comunicato riguardante due aziende che fatturano milioni e milioni poteva uscire diversamente. Della Valle ha recitato il ruolo del salvatore della patria, di fatto scavalcando il suo diesse ed esautorandolo, con una sparata snob e poco professionale. Da qualche parte ho letto che ha fatto il bancarellaro: sottoscrivo. E' una mentalità da commerciante gretto quella che liquida le formalità in due minuti. La società "AS Roma Spa" è diventata "la Roma". Il calciatore Adrian Mutu è semplicemente Mutu. E il populismo della frase "E' e resta un giocatore viola" si commenta da sé. Questo sarebbe l'epilogo di una vicenda che ha tenuto in fibrillazione le persone e soprattutto i mercati.
ADV è un eroe. Perché?
Forse perché Prandelli, l'allenatore-tifoso che comincia a somigliare a Malesani coi suoi gilet e i suoi piumini viola, come si dice da qualche parte non sapeva praticamente nulla sulla cessione di Mutu. Dato che lo considera la sua punta di diamante, s'è imbufalito e ha minacciato le dimissioni. Non si sa se davvero questo sia accaduto. Ma è plausibile. Un tifoso che minaccia di lasciare nella merda la squadra per un giocatore non si è mai visto, ma vabbè... Del resto chi se n'è andato dopo la bella figura rimediata è stato Pantaleo Corvino, tornato nella sua Lecce per festeggiare il proprio onomastico.
Un uomo che muove tutti i giorni un mercato plurimilionario e lavora con cinque-sei telefoni accesi giorno e notte, dopo questa storia decide di riposarsi andando ad onorare un evento che nel 99, 9% dei casi passa inosservato: l'onomastico. Essere seri sarebbe troppo, ma almeno evitare le cazzate non farebbe poi male. Credo che Corvino in realtà si sia sentito messo in mezzo, a ragione. La sua carica societaria, la fiducia che essa comporta, bruciate dall'atteggiamento da uomo della Provvidenza di Della Valle. Per tacere dell'impuntatura prandelliana, che in sostanza conta più della sua professionalità. Certo, resta il grande dubbio sul funzionamento di una società in cui i calciatori con relativi procuratori, il direttore sportivo, l'allenatore e il presidente non si parlano e ognuno decide per i cazzi suoi. Ma questo è un problema viola, fortunatamente.
Anche se nello specificio ha toccato pure la Roma. Questa Roma che ha i debiti e non si capisce con chi, che non ha una lira per piangere ma offre ufficialmente 18 milioni di euro per un cartellino più 3 milioni e passa di ingaggio annuale, che pubblica trimestralmente i propri bilanci certificati ed ha un attivo da fare invidia a chiunque. Be', questa Roma dopo la sceneggiata napoletana (non se ne abbiano a male i napoletani, naturalmente...) orchestrata dagli eredi dei lucumoni, si dice che abbia "incassato" 24 milioni. Ormai va molto di moda parlare di reati finanziari, del resto un giorno sì e l'altro pure in Italia ne vengono commessi. La gente ama riempirsi la bocca di termini tecnici a sproposito; negli ultimi due giorni ho letto: insider trading, aggiotaggio, scalata (sic!), frode in bilancio (ari-sic!). Ma 'sta massa bovina, ha una vaghissima, lontanissima, incertissima idea di quello che dice? Io non credo, però tutto è possibile. L'unica cosa che so è che solo un demente potrebbe pensare che il 100% delle azioni di un'azienda si trasforma in denaro contante da racimolare al volo e mettere nel salvadanaio. Peraltro grazie ad una notizia reale, supportata da dichiarazioni rese note e firmate. Di Borsa ci capisco poco o niente, ma una regoletta elementare la ricordo: l'entusiasmo, l'ottimismo, la sicurezza che un affare possa andare bene rappresentano fattori che premiano gli investitori. Perché essi stessi creano il mercato. Tant'è che si compra e si vende rapidamente, perché nello stesso modo in cui si guadagna, il giorno dopo si può perdere tutto. Non è una finezza intellettuale, è un meccanismo ovvio. Ma vallo a dire ai fiorentini, che sono artigiani e commercianti nell'anima.
In fondo reputano i romanisti degli illusi. Sembra infatti che la Roma sia una "squadretta". I più magnanimi le concedono la qualifica di "diretta concorrente". In effetti, la Fiorentina ha una di quelle storie appassionanti che ti ci vorrebbe un'enciclopedia per scriverla tutta. Si può parlare delle loro bandiere, tra cui due romanisti e svariati juventini, o del loro fallimento, o della loro straordinaria annata in una serie C1 che non c'è mai stata per "meriti sportivi" o del diretto coinvolgimento in calciopoli o dei loro successi sportivi che non arrivano da (non saprei) anni. Magari si può parlare di quest'ultima prodezza e della concordia di intenti che regna tra i dirigenti.
Si possono fare tanti elenchi, ma resta loro il vanto di aver fatto un dispetto alla Roma, nella convinzione di averla indebolita. Indebolita, poi, è una battuta mica male. L'anno scorso la Fiorentina con Mutu è arrivata 16 punti dietro alla Roma senza Mutu. E mi fermo.
L'articolo di Violanews aveva detto già molto, su una certa mentalità. Ad oggi si ha la conferma che è gente a cui piace far prendere aria alla bocca.
E a proposito di malizia. Si è vociferato che la cessione del romeno sia stata bloccata anche per ricevere un piacere dall'Inter. I nerazzurri avrebbero manifestato l'intenzione di abbassare le pretese per Burdisso, che piace ai viola, in cambio del mancato arrivo di Mutu nella Capitale. Il difensore, anziché per i 9 milioni iniziali, potrebbe essere acquistato per 4-5. Ora, se io fossi un tifoso fiorentino avrei già cominciato a digrignare i denti, ma per me questa è una cazzata e quindi non gli do peso. Dovesse succedere davvero, però, sarebbe una grande soddisfazione.
sabato 26 luglio 2008
I ciabattini del 2000
Gol segnato da numerodieci alle 01:48:00
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