"Non valgo meno di Mexes, Juan e di chi è ora in Nazionale". Queste sono le parole rilasciate da Matteo Ferrari alla Gazzetta dello Sport qualche giorno fa in merito al rinnovo del suo contratto.
Ora, uno non può andare a dire di sé in giro che è una sega o non sa giocare, ma forse può evitare di paragonarsi ad una serie di difensori che hanno dimostrato con costanza, ed anche umiltà direi, di essere piuttosto bravi.
Dopo il secco 3-0 rimediato oggi a Siena, Matteo Ferrari, statua immobile e incerta, perennemente in ritardo sugli attaccanti toscani, forse dovrebbe chiedere scusa non solo ai romanisti o ai colleghi di reparto, ma un po' a tutti quelli che sono disposti a spendere soldi e fare sacrifici per guardare delle partite di calcio, sia allo stadio sia in televisione. Se ne avessi il potere, gli aprirei di corsa la porta e gli direi che l'unico dispiacere è che dalla sua cessione non si ricaverà una lira, visto che a giugno sarà svincolato. Ed io sono uno che lo ha elogiato, che aveva intravisto i segni di un recupero, se non di una vera e propria rinascita. Ma visto che vuole più di due milioni di euro a stagione per offrirci prestazioni da scapoli e ammogliati, che vada pure a cercare dei benefattori da far piangere altrove.
E questo per quanto riguarda Ferrari. Degli altri non so che dire. Una partita del genere non la vedevo da parecchio tempo; Roma disordinata, distratta, che prende tre reti perché una traversa e un palo le risparmiano il tracollo. E in cambio piazza un paio di tiri sempre con Perrotta, impreciso più che mai, di cui uno spettacolare proprio tra le braccia di Manninger ed uno da rugbista tra le braccia di qualche tifoso in tribuna. Per il resto quando è stato sostituito da un reattivo Giuly era ormai tardi e non è cambiato niente.
Ma se la prestazione è stata vergognosa ed ha rasentato lo zero, due parole su Dondarini vorrei spenderle. E non in favore dei giallorossi, ma in generale.
Dondarini oggi pomeriggio ha incarnato l'incapacità, la miopia e l'inaffidabilità di una classe arbitrale totalmente allo sbando. Si possono elencare diversi episodi-chiave non visti o male interpretati: da Totti che prende a cazzotti Manninger sul petto per farsi dare il pallone a Portanova che molla una gomitata sull'orecchio dello stesso Totti a Pizarro che calpesta tranquillo De Ceglie a vari falli allucinanti, tipo un'entrata a gamba tesa di Rossettini su Cassetti nel primo tempo con fallo fischiato contro il romanista. Ormai gli arbitri si limitano a distribuire cartellini ma non sanno tenere in mano le redini di una partita normale. Coadiuvati peraltro da guardalinee che inventano i fuorigioco, non vedono i falli, non si intendono con il direttore di gara contribuendo all'errore anche grave.
Questo per dire che se la Roma ha perso con pieno merito, l'Inter ha vinto per un ennesimo rigore inesistente, un fallo di mano (ancora!) che non c'era nemmeno a velocità normale, altro che moviola, e non si capisce da dove sia venuto fuori.
Adesso non facciamo i commentatori faziosi e stupidi, proviamo a dire che i nerazzurri occupano il primo posto giustamente, cosa che in fondo è verissima e innegabile.
Ma tra Inter e Roma stasera abbiamo 8 punti, un'enormità. Supponiamo che il rigore oggi non fosse arrivato, avremmo avuto 6 punti di distacco, cioè due partite. Rimonta improbabile ma non impossibile. Così invece diventa tutto irrealizzabile, oltre che deprimente e poco stimolante. Se aggiungiamo la famigerata serata di Parma, avremmo 3 punti di differenza. E mi sa che qualcosa cambierebbe, a livello psicologico, anche per i tifosi che comincerebbero a sentire un'aria di prossimità emozionante (in entrambi i casi, interisti e romanisti). E invece niente.
Se non è finito tutto, poco ci manca.
Grazie agli arbitri, senza voler fare dietrologie, stavolta possiamo dirlo tutti, e che nessuno, Mancini compreso, si offenda.
domenica 3 febbraio 2008
Fumata nerissima
Gol segnato da numerodieci alle 20:10:00
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