L'ultimo capitolo della saga legata a Cristian Chivu è stato scritto da un Daniele Pradè scuro in volto, che una volta tanto ha tirato fuori le palle ed ha detto cose ampiamente condivisibili.
Sfumato il Barcellona, il Madrid di Schuster si era mosso con abilità offrendo i 18 milioni richiesti dalla Roma. Chivu è rimasto in vacanza con la fidanzata a giocare al grande assente, mentre i Becali hanno declinato con arroganza la proposta del club più prestigioso del mondo che si è, giustamente, risentito ed ha preso immediatamente il portoghese Pepe a 28 milioni di euro, ricoprendolo di oro per i prossimi quattro anni.
Non è finita qui. La dichiarazione successiva di Giovanni Becali, il poliziotto cattivo tra i due fratelli, è stata più che irritante: "Può anche restare, Roma è una bella città, si sta bene". Si sta talmente bene che i Becali hanno fatto, letteralmente, carte false per far partire il giocatore. Perché si è parlato di mazzette prese dai due per portare Chivu a Milano, notizia che a Roma girava da un po', riportata dai quotidiani sportivi spagnoli. In 24 ore nessuna smentita ufficiale dei diretti interessati. Tramite un comunicato stringato via internet, la società di Moratti fa sapere molto dopo che "non c'è stata nessuna commissione ai procuratori del calciatore Cristian Chivu". Gli interisti hanno tirato un bel sospiro di sollievo, ancora una volta l'onestà aveva trionfato. Peccato che per rispondere alla calunnia e alla diffamazione però si usi la querela e non la smentita in rete, che vale quanto un pezzo di carta igienica sporca. Ma il web ci ha riservato altre sorprese. Il giorno prima, l'FC Internazionale tramite il suo sito aggiornatissimo si premurava di rendere noto che "era stato inviato un fax all'A.S. Roma spa per comunicare che non è più intenzione della società proseguire nella trattativa per Cristian Chivu".
Però!, hanno subito detto gli interisti, quanto siamo onesti. Eh, ma per non proseguire una trattativa, devi prima iniziarla. E questo non è mai accaduto, almeno a livello ufficiale. A livello ufficioso il solerte Marco Branca aveva detto "C'è l'accordo con il giocatore ma non con la Roma". Moratti gli aveva fatto eco: "E' nostro al 50%". Dove sta il problema?
"C'è l'accordo con il giocatore". Leggete bene questa frase prima di continuare. Non voglio nemmeno affrontare il discorso secondo cui non è consentito prendere accordi con i tesserati di altre società, si sa che il mercato va così. Ricordo en passant il caso Dellas.
Quello che sorprende qui è una strana logica: la Roma deve vendere il giocatore ed è tradizionalmente in buoni rapporti con l'Inter. L'Inter fa una buona offerta, diciamo intorno ai 14-15 milioni più un calciatore, come si è vociferato. La Roma fa il dispetto, non glielo cede e oltretutto insiste nel dire che dall'Inter non ha ricevuto né un fax né una telefonata per chiudere l'affare.
Ora, se la Roma ha bisogno di soldi per fare il mercato, e sappiamo che ne ha bisogno, perché mai non accetta l'offerta dell'Inter che è sostanziosa? Perché insiste, anzi, nell'affermare di non essere mai stata contattata né da Moratti né dai dirigenti nerazzurri? E' possibile che una società che necessita a tutti i costi di milioni di euro e giocatori sbatta la porta in faccia a chi questi soldi e questi giocatori glieli porge su un piatto d'argento? No. Non è possibile, non è un'ipotesi praticabile. A meno che la dirigenza giallorossa non si faccia di crack dalla mattina alla sera, ma ne dubito fortemente. E' probabile che a voce l'offerta ci fosse, ma inferiore alle cifre girate e quindi respinta senza mezzi termini. Pradè, dopo il "gran rifiuto" del romeno al Real Madrid, rilascia la seguente frase: "La situazione è ferma. L'Inter si è ritirata, lo abbiamo appreso dal comunicato sul loro sito". E' una frecciata molto eloquente. Il nodo della questione sta qui: l'Inter non ha mai trattato con la Roma ed ha voluto porre delle condizioni da strozzini, forte di un accordo con i procuratori di Chivu. Quasi certamente Moratti o chi per lui, ha detto ai Becali: fate voi, tanto il giocatore lo teniamo in pugno ed è quel che conta. Io non so se le cose siano andate così, ma se anche la realtà fosse diversa sono pronto a scommettere che ci si avvicini. Dopo il ritiro interista, il solito Giovanni Becali si rende protagonista di una dichiarazione da estorsore: "Cristian vuole solo l'Inter e a decidere siamo io e mio fratello. Se la Roma non sta alle nostre condizioni, lui resta e va via l'anno prossimo gratis. Per me la parola di Moratti vale come un contratto". Non so voi, ma io sono andato a riguardarmi il significato della parola "ricatto" e posso asserire con certezza che in questa frase si configura un ricatto.
E veniamo ai giorni appena trascorsi. Victor Becali, il poliziotto buono, incontra Pradè in segreto (perché rischia il linciaggio se viene riconosciuto) e non si sa bene quel che ha da dire. Non si sa neanche perché dovrebbe incontrare Pradé, visto che è tutto molto chiaro. Si mormora che stia facendo il mediatore per conto dell'Inter. Ma anche questa è una chiacchiera. Al termine dell'incontro Victor Becali si defila, Daniele Pradè è incazzato nero. "Il giocatore resterà fino alla fine della stagione, andrà via a parametro zero. Chivu ci ha fatto un danno incalcolabile".
Beh, la fine della storia per ora è questa. Da sportivo resta una critica alla Roma per non essersi preoccupata in anticipo di trovare un'intesa con il giocatore. Restano degli interrogativi. Ad esempio sul perché la Roma non intraprenda un'azione legale contro i Becali, Chivu o addirittura la stessa Inter. Gli estremi ci sono, le interviste sono andate in onda sulle tv e sono state scritte dai quotidiani. Il danno, che è inconfutabile, è stato fatto soprattutto ai piccoli azionisti. In fondo la Roma per Mexes ha pagato pesantemente. Il dubbio che ci sia qualcosa che non sappiamo è legittimo e fondato, da sportivo.
Da tifoso, invece, ho pensato ad una stupida frase che avevo letto su un muro quando la Lazio del mitico Poborsky vinse proprio contro l'Inter, quel famoso 5 maggio: "Come Godo". Come godo a vedere questi maneggioni, pagliacci, affaristi d'accatto, cafoni dei Becali che restano con una mano davanti e una dietro. Come godo a sapere che l'Inter si è ufficialmente ritirata ma di fatto è stata esclusa e scacciata dalla Roma dal novero dei possibili acquirenti. Come godo a sapere che Chivu, il fantasma mai intervenuto in questa vicenda, dovrà giocare una delle sue annate più difficili e che forse finirà a farsi delle passeggiate ristoratrici ai margini di Trigoria. Come godo a leggere un Daniele Pradè inedito, sorprendente, combattivo. Godo perché non me ne frega niente se il mercato romanista si ferma qui e se non arriveranno altri rinforzi. La soddisfazione di aver visto vincere la ragione sul torto, la dignità sulle manovre da caporalato edile; questo per me conta molto. E di essere "ragionevole" in questo caso non mi importa.
Gli interisti nei vari blog e nei vari forum della rete si sono dimostrati i peggiori tifosi esistenti in Italia. Non credo di aver mai visto tanta arroganza nemmeno negli juventini moggiani più sfegatati. Almeno loro rubavano in silenzio e lo sapevano. Gli interisti hanno ricevuto solo prese per il culo, derisioni, insulti, sputi in faccia in tutti questi anni. Ora che hanno vinto lo scudetto degli onesti parlano dei portafogli altrui, fanno i conti in tasca a Rosella Sensi, si "preoccupano" dell'addio di Chivu a parametro zero. Chi non ci crede vada a dare un'occhiata sul web.
Il 95% dei commenti è di questo calibro (faccio copia&incolla): "Se non ci date Chivu non vi facciamo fare il mercato". "Bravi adesso tenetevelo e datecelo a zero a giugno"."Non avete una lira e vi permettete di contrattare con Moratti che è un signore". "Non avete soldi ve li diamo solo noi". "Non vincerete mai niente con queste mosse da pezzenti". Uno dei tormentoni più gustosi degli onesti e, a quanto pare, compassionevoli è: "Vi abbiamo regalato Pizarro" (acquisizione del cartellino di Pizarro = 12 milioni; e se non ce lo regalavano quanto cazzo costava?). Mi fermo qui per pietà.
A parte che bisognerebbe dire a queste teste di cazzo - non saprei come definirli - che i soldi non sono i loro perché saranno studentelli o operai di chissà quale fabbrichètta di merda. Vorrei vederli in faccia uno ad uno questi pseudotaglieggiatori da tastiera. Poi vorrei spiegargli cosa sono l'onore e la passione, cose che non avranno mai sentito nominare in vita loro. Non riesco a liquidare tutto questo con un semplice "poveretti" perché questa è la gente che ha rovinato e sta rovinando l'Italia e ragiona solo ed esclusivamente appresso al denaro facile, specialmente quando non è il suo. Il bello è che alla maggioranza dei romanisti, pur nella rabbia, la posizione della Roma sta bene. Per fortuna si tifano le maglie e non i capitali. Cioè... qualcuno tifa per la maglia, gli interisti i capitali gonfiati. Sono quelli che prendono le Mercedes con il leasing e si sentono fighi. Prepotenti di cartapesta. Sudditi. Disperati. Ragionieri dei sentimenti. Vili che si inchinano ai potenti. E non vado oltre perché sinceramente potrei passare tutta la notte a scrivere gli insulti che meritano.
Veniamo a Chivu. Qualcuno ha cercato di difendere la scelta del romeno dicendo che uno può decidere dove andare a lavorare. Giusto. Il problema è che un dipendente sotto contratto con una qualsiasi dittarella se se ne va dall'oggi al domani viene denunciato. Se poi fa perdere un capitale alla ditta quotata in Borsa viene denunciato due volte anche se resta a lavorare nello stesso posto. I calciatori sono dipendenti, non liberi professionisti (che ugualmente sono vincolati ai contratti per le prestazioni). Va bene essere contro il padrone, ma qui il padrone lo ha fatto Chivu. O almeno ci ha provato.
Vedremo se finirà così. Nel frattempo il poliziotto cattivo Giovanni non ha perso l'occasione per dimostrare quanto è viscido: "Solo un miracolo porterebbe Chivu all'Inter. Fra tre giorni inizia il ritiro della Roma e le società dovrebbero accordarsi prima. Ma Moratti e Rosella Sensi sono troppo orgogliosi". Praticamente ha scaricato il barile, lui non c'entra niente. Poi ha aggiunto: "Cristian è un professionista serio, si è sempre comportato bene. Ma la colpa è della Roma. Se la Roma dice che è stato un fatto danno incalcolabile di 18 milioni, perché non riduce il danno a 15 o 16 milioni?". Stavolta non serve la stizza di Pradè per dirgli: MAVVAFFANCULO IN ROMANIA.
giovedì 12 luglio 2007
La finta fine e i bassi istinti
Gol segnato da numerodieci alle 20:28:00
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