"Ed Elli a me:
La tua città, ch'è piena d'invidia sì che già trabocca il sacco,
seco mi tenne in la vita serena (...)"
Inferno, Canto VI
Il campionato è ricominciato da ben 4 giornate.
Veloce riassunto delle ultime puntate non andate in onda: la Roma vince la Supercoppa il 19 agosto a San Siro, 1-0 con rete di De Rossi su rigore. Mi è stato detto che si è vista una partita così così, ma non lo so, non c'ero ed ero lontanissimo.
Le prime tre giornate hanno visto una Roma vittoriosa. 2-0 a Palermo, 3-0 contro il Siena, 2-0 ancora a Reggio Calabria. Qualche sofferenza ma tutto sommato un gioco brillante, supportato dalle belle prove degli ultimi arrivati, specialmente Giuly e Juan.
Intermezzo internazionale con la prima vittoria in Champions per 2-0 contro la Dinamo Kiev. Squadra scorbutica, ma alla portata dei giallorossi.
Domenica si è pareggiato 2-2 all'Olimpico contro una Juve operaia ed arcigna. La Roma ha sprecato troppo e i bianconeri di ritorno dalla B si sono comportati bene, giocando la loro partita e acciuffando il pareggio all'88° con Iaquinta.
Mercoledì sera ci sarà la Fiorentina.
Come sempre mi limito a fare delle considerazioni sul modo in cui viene affrontata e vissuta la gara, perché fare pronostici è stupido e perché la squadra di Prandelli è sempre un pericolo.
Girovagando per la rete e ascoltando le solite voci di corridoio qua e là, ho scoperto una cosa che non sapevo. E che credo molti romanisti non sappiano: la Roma è la vera nemica della Fiorentina. Non c'è più nessuna Juventus, nessun Milan né Inter. E' la Roma e, se possibile, l'intera città di Roma che per i viola rappresenta il nemico numero uno.
Ora, se non fosse che questa situazione appare ridicola, sarei piuttosto arrabbiato. Sì, ridicola. L'astio tra romanisti e viola c'è sempre stato, almeno dalla metà degli anni 80. Che questo astio, questa mancanza di feeling, si sia tramutata in odio aperto è una novità che francamente in pochi a Roma conoscono. A Firenze, invece, con l'eleganza tipica di chi ha inventato le bestemmie, si urlano a squarciagola insulti, invettive e cazzate contro Roma. Bene. Contenti loro...
Ho fatto un giretto sul sito fiorentina.it, un sito che se fossi un tifoso viola frequenterei molto volentieri, perché ha un lavoro di redazione quotidiano davvero buono. Non è ironia, è un bel sito davvero, per chi tifa la Viola.
Mi vado a leggere un po' di commenti dei tifosi da tastiera e apprendo che la Roma sarebbe il nuovo potere del calcio italiano. Qualcosa non mi torna e ne leggo altri. Trovo solo conferme. In riva all'Arno, a quanto pare, tutti sanno perfettamente che la Roma comanda e dirige le operazioni di palazzo come fosse la SPECTRE. Anzi, togliamo pure il "fosse". La Roma E' la SPECTRE.
Un po' di fatti oscuri conforterebbero questa scoperta. Li elenco.
A) La Fiorentina fallisce e va in serie C2, la Roma no pur avendo un monte-debiti eccessivo. Viene anzi protetta tramite una legge spalmadebiti fatta ad hoc.
B) La Fiorentina, per la vicenda Calciopoli, viene ingiustamente punita e non ammessa alla Champions League. Ad usufruirne è la squadra classificatasi immediatamente dopo, cioè la Roma.
C) Batistuta non è mai stato pagato da Sensi a Cecchi Gori, e qualcuno adombra una sorta di scippo.
D) La Roma è sempre stata avvantaggiata da pessimi arbitraggi, l'esempio lampante sarebbe il pareggio dello scorso campionato.
Smontare queste minchiate è veramente troppo semplice. Sul solo punto A mi trovo un po' in difficoltà, perché penso che alla Fiorentina sia stata fatta una carognata bella e buona, con la C2. Il fallimento ci poteva anche stare, ma Cecchi Gori è stato messo all'angolo da affari extracalcistici che lo hanno costretto a rasentare il lastrico. Il fiorentino che fa? Mica cerca di ricordare le ragioni di quel fallimento, troppa fatica. Con perspicacia e tempismo va a vedere quel che è accaduto dopo. Sullo spalmadebiti mi sono già espresso in un altro post. E' stato immorale, ma non illegale. Ne hanno usufruito altre società, anche più importanti della Roma. Epperò sembra una legge fatta da e per la Roma, a sentire i viola. Che peraltro si dimostrano disonesti sul serio, perché si girano dall'altra parte, omettono, fischiettano, fanno finta di niente su un aspetto leggermente controverso: la Fiorentina fallisce, va in C2, viene promossa in C1 ma passa direttamente al campionato di serie B, eccezionalmente allargato a 24 squadre, per non meglio chiariti "meriti sportivi".
Una cosetta, insomma. A loro avviso è solo un parziale risarcimento, una robetta da niente. Per me si tratta di un'ingiustizia che non trova argomenti validi. Se è vero che Roma è una piazza troppo importante a livello economico per far retrocedere una squadra, Firenze non è il buco del culo del mondo e non mi si vengano a raccontare stronzate. E' una città di quasi 600000 abitanti in cui esiste una sola società di calcio che praticamente il 99% della popolazione tifa.
I famosi agganci politici di cui gode la Roma, se proprio ci sono (e ci sono anche, non lo nego), sono gli stessi, identici agganci di cui godono altre società, Fiorentina compresa. La tanto sbandierata amicizia di Diego Della Valle con un certo signor Clemente Mastella, attuale ministro della Giustizia non è solamente una questione privata né un'inezia trascurabile.
Passiamo al punto B. La Fiorentina viene condannata ingiustamente. Un attimo. Ingiustamente? Sì, perché la Camera di conciliazione e arbitrato del CONI ha assolto Diego Della Valle dall'accusa di illecito, limitandosi all'articolo 1 (violato il principio di lealtà e correttezza sportiva). Fin qui quasi tutto bene, nel senso che comunque la si voglia vedere c'è stato un comportamento assai scorretto del patron viola. In sostanza è andata così: Della Valle, l'uomo "sotto schiaffo", si raccomanda a un po' di gente perbene tipo Moggi, Mazzini e Bergamo, ed ottiene rassicurazioni. Le acque si calmano, lui non protesta più e tutto fila liscio, con la Fiorentina che conquista sul campo la qualificazione in Europa. Be', in fondo cosa sarà mai una raccomandazione? Niente, no? In uno sport? Come niente... Comunque non è che sia finita proprio così, la storia. Andrea Della Valle, presidente della ACF Fiorentina, e Sandro Mencucci, amministratore delegato, non hanno consentito, tramite il loro comportamento, il raggiungimento della prova d'estraneità all'illecito sportivo. Questa è un po' più seria e mi spinge a farmi una domanda: ma perché gli onesti Della Valle non si sono rivolti al TAR? Hanno detto che era meglio di no, per il bene della squadra e della città. Ma che razza di giustificazione sarebbe? Mi rubano il portafogli ma non faccio la denuncia perché è meglio per me? Mah. Un esamino di coscienza non ci starebbe poi male.
A Firenze si ha una sorta di devozione per i Della Valle, cosa peraltro scusata dal fatto che Mister Tod's e suo fratello hanno salvato una società ormai morta. Tuttavia, mi piace ricordare che l'uomo attualmente venerato è un ex consigliere dell'Inter, uno che ha fatto delle scenate isteriche in Confindustria e si è lamentato della qualità dell'imprenditoria italiana aprendo fabbriche in Cina, uno che è stato denunciato dai suoi dipendenti per la forte limitazione dei diritti sindacali, soprattutto uno che, parlando di calcio, rileva il marchio della Fiorentina dopo aver aspettato il fallimento e il cambio del nome, spendendo così il minimo per avere il massimo ricavo. Complimenti, fanno sempre bene queste lezioncine di moralità.
E poi c'è sempre un interrogativo che veramente mi fa pensare che a Firenze, col troppo caldo d'estate e il troppo freddo d'inverno, la gente abbia la testa un po' confusa. C'è la Roma dietro la condanna alla Fiorentina? La Roma, insomma, sapeva di arrivare quinta immediatamente dopo la Fiorentina ed ha giocato un intero campionato per arrivarci, in maniera scientifica. Che grande mossa diabolica, cazzo. Un po' mi dispiace che non ci sia arrivato il Chievo quinto, così i fiorentini oggi parlerebbero di strapotere politico del Chievo esponendosi al pubblico ludibrio.
Sul punto C vabbè, dai, non c'è nulla da commentare. Cecchi Gori rinuncia a 70 miliardi di lire e sta zitto? A saperlo si poteva anche scippare Rui Costa, cavolo, tanto se era così facile... O forse nei libri contabili non era registrata la cessione per qualche altro motivo che nulla ha a che vedere con le fantasiose stronzate dei complottisti viola? Eh, che mistero inestricabile.
Sul punto D non so che dire, perché una squadra che viene favorita e si lamenta così tanto come ha fatto la Roma negli ultimi anni io l'ho vista poche altre volte. Secondo i viola la Roma avrebbe goduto di favoritismi incredibili, roba da storie dell'orrore. Infatti tutti sanno che la Roma ha vinto e stravinto campionati e coppe, arrivando come minimo seconda in classifica negli ultimi dieci anni. A me risulta che tre-quattro anni fa la Roma stesse per andare in serie B in un campionato pessimo, tant'è che fu per un punto conquistato in un derby giocato senza cuore che si salvò. Ma anche questa fu probabilmente una mossa tipica del potentato giallorosso.
Allora, ricapitolando: se la Roma vince qualcosa, lo fa perché c'è una situazione straordinaria (il Duce, il Giubileo, nell'82-83 non so cosa sia accaduto ma qualche cosa dev'essere successo... forse Venditti aveva bisogno di vendere più dischi). Se non vince è perché è una squadra mediocre. I fiorentini sono praticamente gli ideali interpreti di questa sciocca solfa: quando devono sentirsi grandicelli parlano di "rometta", quando gli fa comodo versare due lacrimucce di persecuzione immaginaria parlano di "potere supremo di Roma" che neanche il peggior Borghezio. Mai li ho sentiti parlare di Milan, Inter o Juventus negli ultimi tempi. E forse perché, al di là dei sospetti su questa o quella situazione, sono talmente inferiori che non troverebbero un appiglio sicuro per poter fare le vittime designate con delle squadre nettamente più forti.
L'anno scorso, per tenerci a tempi recenti, la partita incredibilmente rubata dalla Roma è finita 0-0 e la Fiorentina non ha fatto un tiro in porta. Però le proteste viola sono state vibranti, visto che ancora oggi viene ricordato un fallo di mani in area di Ferrari e una marcatura di Mexes su Toni scorretta e prepotente. Sì, peccato che le mani di Ferrari fossero in realtà uno stop di petto stravisto nelle moviole e che Toni non solo non abbia mai tirato in porta, ma sia anche alto 1,94 x 88 kg. Segnalo a titolo informativo che l'anno prima, un altro grande furto degli uomini di Spalletti aveva fruttato un 1-1 con gol di Toni in evidente fuorigioco non segnalato dal guardalinee Stagnoli (arbitro Messina). Questo perché quando si lanciano accuse tanto per far fare movimento ai polpastrelli o per dare aria alla bocca, bisogna essere informati un pochetto.
Sorvolo volontariamente sulla questione delle sudditanze, perché potrei citare Di Livio, Torricelli, Miccoli, Maresca, Mutu, Blasi, Chiellini, Bojinov. Come fai a prendertela con una squadra che ti ha dato i suoi scarti che tu hai poi trasformato in idoli?
Allora, alla fine, come si dice a Roma, non se li incula nessuno. Però a loro piace questo sbraitare continuo, questo borbottìo campagnolo, questa grettezza da sfogare col rancore.
Perché ci raccontano che sono gli eredi di Dante, che infatti hanno ignominiosamente cacciato, che sono campioni della lingua italiana, grazie ad un milanese che li ha nobilitati, che sono colti e moderati, e infatti ti ci vuole un traduttore per le bestemmie e gli insulti gratuiti.
Gli piace sentirsi superiori, con la puzza sotto al naso, chiusi nella loro conca umida.
E' forse anche per questo che vorrebbero ritagliarsi un posto di qualche importanza, un po' come ha fatto il loro eroe Diego. Nessuno glielo nega, ma loro preferiscono inveire contro gli altri, perché è sempre colpa del vicino geloso. E' una città di guelfi e ghibellini, in fondo, gente che ama fare la guerra ed essere vittima allo stesso tempo, superiori a tutti ma ridotti in inferiorità da un qualche potere supremo e arrogante e contemporaneamente attaccabile e facilmente rintracciabile. Quindi nessun bersaglio migliore della Roma, di Roma, dei romani con la loro parlata e i loro modi indolenti e spacconi, la loro "erre" con una erre sola. Già, del resto lisciare la "c" è un motivo di vanto o, tutt'al più, di estrema simpatia. O dire "un ci s'ha" per "non abbiamo" è segno di ricercatezza ma anche di schiettezza popolare.
Del resto negli ultimi tempi Firenze ci ha regalato dei fari nella notte della cultura italiana: l'Oriana Fallaci dei best seller, il maestro Franco Zeffirelli, il trio Vampa-Katanga-Torsolo meglio noti come Pietro Pacciani-Giancarlo Lotti-Mario Vanni.
Io ringrazio sentitamente.
E rubandogli ancora le parole che Dante fa pronunciare a Ciacco, lascio un'altra dedica in chiusura:
"(...) Superbia, invidia e avarizia sono le tre faville c'hanno i cuori accesi".